La ricostruzione della città iraniana di Bam è in pieno svolgimento: dall’inizio dell’estate scorsa, quando è stato varato il definitivo piano regolatore, anche il centro della città è di nuovo in costruzione. “Bam è un grande cantiere” afferma Godi Koch, capo progetto presso la Caritas svizzera. Da alcuni mesi, anche la ricostruzione delle case a cura di altre organizzazioni umanitarie svizzere è in pieno svolgimento, dopo che per un anno e mezzo l’attività edile ha dovuto concentrarsi principalmente sui villaggi che circondano la città.
I 10 milioni di franchi raccolti dalla Catena della Solidarietà dopo il terremoto di due anni fa sono stati quasi tutti attribuiti ai progetti. Ne restano ancora 258’000. All’aiuto a Bam partecipano sette organizzazioni partner della Catena della Solidarietà: Croce Rossa Svizzera (aiuti d’urgenza e protesi per amputati), Caritas (aiuti d’urgenza e costruzione di oltre 400 case antisismiche) Aiuto delle Chiese protestanti (aiuti d’urgenza, quattro scuole e un asilo); Medair (aiuti d’urgenza, 110 case, impianto idrico per una coltivazione di datteri), Terre des Hommes Losanna (assistenza a bambini traumatizzati in 15 quartieri), Handicap International (laboratorio di protesi per 270 persone handicappate), Médecins du Monde (aiuti d’urgenza). Particolarmente importante si è rivelata la ricostruzione delle vecchie canalizzazioni che irrigano le piantagioni di datteri, che accanto al turismo rappresentano la più importante fonte di reddito per numerose famiglie.
Non è ancora sicuro che la città vecchia, la cittadella e il patrimonio architettonico possano essere ricostruiti. L’Unesco e la Banca Mondiale stanno al momento chiarendo sia la fattibilità sia le possibilità di finanziamento.
Alla fine di dicembre del 2003 Bam (una città-oasi di 100’000 abitanti) è stata rasa al suolo da un forte terremoto. I morti furono 35’000 e i feriti 12’000.