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Nepal: con la Catena della Solidarietà, le popolazioni colpite decidono il loro futuro

Tre anni dopo il terremoto che ha devastato il Nepal, la Catena della Solidarietà s’impegna con i suoi partner per fare delle popolazioni colpite gli attori della ricostruzione. La Fondazione sostiene in particolare un’applicazione innovativa per seguire la costruzione di case in tempo reale. In tre anni, sono state ricostruite 1760 case e 13 scuole; in 26 villaggi è stato ripristinato l’accesso all’acqua potabile.

La Catena della Solidarietà è un faro in materia di esortazione alla partecipazione dei beneficiari dell’aiuto umanitario. In linea con la politica del governo, la Fondazione raccomanda che la ricostruzione sia copilotata dalle popolazioni direttamente colpite dalla catastrofe. Le ONG partner s’impegnano affinché i beneficiari vengano ascoltati e diventino portatori d’interessi nell’aiuto che ricevono.

All’ascolto della popolazione

La Catena della Solidarietà ha condotto uno studio collettivo con i suoi dieci partner svizzeri operativi in Nepal per garantire che le popolazioni da lei sostenute partecipino ai progetti di ricostruzione e siano costantemente informate sulle attività in tale ambito. Questo grazie alla creazione di comitati di utenti, alla pubblicazione di manifesti esplicativi, all’installazione di box d’idee, all’impiego dei social media, della radio, della TV ecc.

«Bisogna ascoltare la popolazione. Sempre. Le persone coinvolte sono in una posizione migliore rispetto agli operatori umanitari per decidere di quali aiuti hanno bisogno. Dobbiamo comunicare loro cosa intendiamo fare con i soldi che abbiamo raccolto e assicurarci che questo impiego corrisponda sempre a ciò che loro considerano prioritario, puntualizza David Dandrès, responsabile programmi umanitari presso la Catena della Solidarietà. I risultati del nostro studio dimostrano che i processi partecipativi sono efficaci e che è fondamentale evitare che i nostri aiuti si ripercuotano negativamente sulle persone colpite dalle catastrofi».

Nuove tecnologie al servizio delle popolazioni

La Fondazione sostiene altresì un approccio innovativo in Nepal con lo sviluppo di un’applicazione online – Sindupalcheck – che permette a chiunque di osservare costantemente la progressione della ricostruzione delle case sostenuta da due ONG svizzere. All’interno di ogni comunità sono stati formati alcuni osservatori, incaricati di seguire a intervalli regolari l’andamento del programma di ricostruzione.

Ricostruzione terminata nel 2019

Dei 32 milioni di franchi raccolti dalla Catena della Solidarietà in seguito al terremoto del 2015, circa un quarto è stato utilizzato per l’aiuto d’urgenza nei primi mesi dopo la catastrofe. Le ONG partner della Catena della Solidarietà si sono quindi orientate verso il ripristino dei piccoli commerci, il rilancio dell’agricoltura e la ricostruzione. A oggi, 1760 nuove case sono agibili e 2300 sono in fase di ricostruzione. I lavori di costruzione e ripristino interessano anche diversi dispensari e canali d’irrigazione. La Catena della Solidarietà stima che le donazioni raccolte saranno investite nella loro totalità entro fine 2019 per portare aiuto alle popolazioni colpite dal sisma.

Il terremoto che ha devastato il Nepal il 25 aprile 2015 e la successiva potentissima scossa del 12 maggio hanno raso al suolo oltre mezzo milione di case, migliaia di scuole e numerosi centri di salute, compromettendo la vita di otto milioni di nepalesi, ossia oltre un quarto della popolazione del paese.

L’AIUTO IN CIFRE

  • 1760 case sono state ricostruite
  • Circa 2300 case sono in fase di ricostruzione
  • 13 scuole primarie e secondarie sono nuovamente operative, 27 sono in fase di ricostruzione
  • Complessivamente verranno ricostruiti 57 edifici scolastici
  • 4 dispensari prefabbricati sono operativi e 2 centri di salute sono in costruzione
  • 26 villaggi dispongono di reti di distribuzione dell’acqua potabile e 5 villaggi di canali d’irrigazione,
    40 altri canali d’irrigazione sono in fase di costruzione
  • 2500 famiglie contadine molto povere hanno ricevuto soldi, capre e attrezzi
  • Fondi raccolti: 32’340’927 CHF
  • Fondi spesi e impegnati a oggi: 28’724’583 CHF
  • Beneficiari di materiale di prima necessità: 206’000
  • Beneficiari della fase di ricostruzione: 386’000
  • Case ricostruite entro fine 2018: 2000
  • Scuole ricostruite entro fine 2019: 57
  • Centri di salute ricostruiti entro fine 2019: 5
  • Numero di progetti in corso: 18
  • Numero di progetti conclusi: 16

 

Tipi di aiuto: cure mediche, beni di prima necessità (acqua, cibo, coperte, alloggi provvisori, kit igienici), contanti, sostegno psicosociale per i bambini traumatizzati, formazione di muratori e carpentieri, protezione e assistenza alle persone con handicap in seguito al sisma

ONG finanziate: ADRA, Architetti di emergenza, Organizzazione degli Svizzeri all’estero, Caritas, CBM, Handicap International, Helvetas, Kam for Sud, Lepra Mission, Luklass Chaurikharka, Medair, NORLHA, Croce Rossa svizzera, Save the Children Suisse, Shanti Med Nepal, Singla-Nepal, Solidar Suisse, Swisscontact, Terre des hommes – aiuto all’infanzia